23 Settembre - 5 Ottobre - Mostra fotografica di JACK
Cogli l'attimo
La seconda mostra di Giuliano Giacopinelli, detto Jack, si muove sul filo di un affascinante e inconsueto racconto per immagini che ci porta dalle rive del Po all’Île de Saint-Michel e ha il sapore di chilometri percorsi a piedi con la macchina fotografica in mano, alla paziente ricerca dell’incontro magico tra la luce e i piccoli tasselli della realtà su cui il tempo, l’acqua e la natura hanno impresso tracce indelebili e uniche. Nei suoi scatti riscopriamo il valore dello sguardo cha raggiunge anche i dettagli, dell’attesa come fedele alleata, del disvelamento della forma nascosta e inaspettata, della semplicità che si fa eleganza. Nulla è lasciato al caso nelle sue opere, eppure tutto si offre con assoluta naturalezza come se fosse stato sempre sotto i nostri occhi e noi non ce ne fossimo mai accorti.
Cartelloni pubblicitari strappati, muri di case sbrecciati, riflessi sul velo dell’acqua, residui di gomma sulla portiera di un camion, legni corrosi di vecchi pontili, barche dalla vernice consunta, lamiere tormentate dalla ruggine, abbracci di ghiaccio sul fiume, finestre rotte di fabbriche abbandonate: c’è il nulla davanti all’obiettivo di Jack, le banalità della quotidianità che non noteremmo, le minuzie dell’esistenza di tutti i giorni a cui non assegneremmo mai un ruolo da protagoniste. Sono le briciole e le scorie che la vita si lascia dietro nella sua fretta, che il tempo consuma, di cui la natura torna ad impossessarsi e che lo sguardo dell’artista, con la complicità della luce, riporta a noi reinventate e valorizzate. Così nelle fotografie di Giuliano ammiriamo complesse galassie stellari, ci sorprendiamo di fronte ad eruzioni vulcaniche, inseguiamo i giochi di sirene nell’acqua, esploriamo deserti e pioppeti, indoviniamo i dipinti di Jackson Pollock dietro complicati disegni astratti, ci commuoviamo di fronte a meravigliosi paesaggi lunari. Così capita persino che la copertina di un quaderno abbandonato vicino alla finestra, giocando con i raggi del sole mattutino, si sciolga in una cascata di morbida seta blu.
“Non sai quante persone smarrite, che mi chiedono indicazioni per ritrovare la strada, mi capita di incontrare lungo le rive del Po” mi ha detto una volta Giuliano, parlando delle sue frequenti scorribande fotografiche al fiume. E forse il tema profondo della sua arte risiede proprio in questo: nella capacità di trovare e ricondurre a casa ciò che si è perso, restituendolo al mondo in una veste inaspettata, sorprendente e coinvolgente, frutto della visione del tutto personale e originale della bellezza che Jack sa esprimere attraverso i suoi scatti e non solo.
Un corollario per nulla scontato alla mostra è infatti rappresentato dalle suggestive sculture che Giuliano – memore degli insegnamenti di Franco Barilli, che l’ha iniziato all’arte della lavorazione del legno – ha saputo “liberare” dalla materia informe di enormi radici trascinate e sfigurate dal Grande Fiume: nelle sue mani esse si salvano dall’oblio delle acque per svelare la loro celata armonia di linee sinuose ed eleganti, il loro inaspettato rifiorire di vita e respiro, che, con sopraffino intuito e occhio allenato, Jack è stato capace, ancora una volta, di scorgere là dove la maggior parte di noi avrebbe visto solo qualcosa di inanimato e inutile.
Come spesso accade, fu un prezioso incontro casuale a condurre Giuliano alla scoperta della passione per la fotografia: quello con il collega, poi amico e mentore, Mauro Castrignano, che, oltre ad avergli trasmesso il piacere sornione dell’attesa, l’emozione sottile dell’osservazione e il gusto dello scatto, ha avuto altresì il merito di coniare il suo nome d’arte, giocando a storpiare il cognome Giacopinelli nell’americaneggiante Jack Pinelli. Alla sua memoria è dedicata questa mostra.
Non può mancare una menzione speciale per il fotografo Michele Galloni, che con competenza e disponibilità ha supportato costantemente Giuliano nel suo percorso di ricerca.
Sostegno che gli è stato assicurato con entusiasmo anche dalla straordinaria cerchia dei suoi affetti più cari: la compagna di vita e di viaggi Margherita, la figlia Amanda e l’amato nipote Yuri.